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12.02.2021 scritto da Crescenza Caradonna
Art Brut/Arte Grezza
Il concetto di Art brut (in italiano, letteralmente, Arte grezza, ma tradotto anche come “arte spontanea”) è stato inventato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare le produzioni artistiche realizzate da non professionisti o pensionanti dell’ospedale psichiatrico che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali (autodidatti, psicotici, prigionieri, persone completamente digiune di cultura artistica). Egli intendeva, in tal modo, definire un’arte spontanea, senza pretese culturali e senza alcuna riflessione.
Ecco la definizione di Jean Dubuffet: L’arte grezza designa “lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto (argomenti, scelta dei materiali, messa in opera, mezzi di trasposizione, ritmo, modi di scritture, ecc.) dal loro profondo e non stereotipi dell’arte classica o dell’arte di moda. L’Art Brut, secondo i suoi cultori, va distinta dall’arte popolare, dall’arte naïf, dai disegni dei bambini.
Ed ancora: “Quei lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri ed autentici – dove le preoccupazioni della concorrenza, l’acclamazione e la promozione sociale non interferiscono – sono, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti.
Il sinonimo inglese di Art Brut è Outsider Art, termine coniato nel 1972 dal critico d’arte inglese Roger Cardinal.
Mentre il termine del Dubuffet è abbastanza specifico, il termine inglese Outsider Art è applicato spesso più largamente, per includere gli autodidatti o i creatori di Arte naïve che non si sono mai istituzionalizzati. Generalmente, quelli identificati come Outsider Art hanno poco o nessun contatto con le istituzioni del mondo tradizionale d’arte; in molti casi, il loro lavoro viene scoperto soltanto dopo la loro morte. Molte opere di Art Brut o Outsider Art illustrano stati mentali estremi, idee non convenzionali, o mondi di fantasia elaborati.

Perché l’Art brut piace così tanto?
Molti di noi probabilmente si immedesimano nella sensazione di estraneità alla società moderna, quindi non c’è da stupirsi che negli ultimi anni l’Art brut si sia affermata come genere artistico di successo. «Sebbene screditata in passato, quest’arte si sta adesso facendo strada nelle mostre più prestigiose e i prezzi stanno salendo alle stelle. Finalmente sta ottenendo il riconoscimento che merita» dice entusiasta Cédric. «Le ragioni per apprezzare quest’arte sono l’originalità, la freschezza e il carisma dei suoi creatori, che sfidano il concetto stesso di artista».

art brut nell’Enciclopedia Treccani
art brut Nome dato a pitture, disegni, oggetti eseguiti da alienati, bambini, persone comunque estranee a un ambiente culturale e prive di qualsiasi educazione artistica. Le prime collezioni di a. furono iniziate intorno al 1945 dal pittore J. Dubuffet, che nel 1948 fondò la Compagnie de l’a., che ha curato alcune esposizioni e pubblicato dal 1964 un periodico (L’art brut). Legata al concetto di un’ispirazione artistica autonoma, incolta, l’a. ha avuto un certo riscontro nell’arte moderna. La maggiore collezione di a. è stata donata da Dubuffet (1972) alla città di Losanna e sistemata nel castello di Beaulieu.
L’ha ripubblicato su PUGLIA D'AMARE NEWS .
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