‘Il mare senza plastica’
Tempo di primavera le prime uscite al mare segnate da una grave inciviltà la plastica gettata lì tra quell’azzurro salato.
La mia passeggiata sul litorale si sofferma sull’orizzonte, linea sottile sulla quale si adagia leggiadro il cielo oggi ceruleo, mentre alati gabbiani volteggiano divertiti nelle correnti ascensionali felici e liberi : questa è la mia terra, il mio mare antico di tradizioni millenarie le mie origini di donna del sud.
Attratta da un pescatore, che rammenda la rete con le sue nodose e forti mani, lo osservo, incantata dal suo scuro, rugoso volto bruciato dal sole; quanta storia racchiude in sè quella bellezza d’esser parte integrante del mare quel mare fecondo fonte di vita e di fertilità.
Raccolgo una trucida bottiglia di plastica portata da un’onda birichina, volgo lo sguardo al pescatore, ai gabbiani, al cielo, al mare ma una lacrima salata mi riga il viso sembra una perla, m’incammino verso la dorata battigia nell’indifferenza silenziosa della gente intenta a sorteggiare coca-cola da rigorosi bicchieri di plastica mentre un bimbo butta in mare l’ennesima bottiglia di pura plastica nell’ignoranza generale senza sapere che per lui il futuro è tutto racchiuso proprio in essa: la plastica.
di Crescenza Caradonna
L’ha ribloggato su Crescenza Caradonna >Cronaca<.
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