Italiano: Padre Antonio Vitale Bommarco, direttore del Messaggero di S. Antonio, incontra il Papa Giovanni XXIII nel 1962
I HAVE A DREAM
Papa Giovanni XXIII
( 1881- 1963 )
Questo è il testo del discorso con cui Giovanni XXIII si rivolse alla folla la sera dell’11 ottobre 1962, al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II. Letto oggi, ha un carattere intimo, familiare, quasi personale. Un discorso che nella solennità del momento evita le grandi parole e trova la forma semplice della comunicazione, per certi aspetti vicina alla retorica del discorso di un parroco ai suoi parrocchiani. Un aspetto, questo, che forse può sorprendere per l’occasione, la solennità, lo scenario complessivo, ma che deve far riflettere sulla capacità di trasmettere comunanza non tanto per i concetti che si enunciano o per le promesse che si fanno, ma per le parole che si trovano.
Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del mondo; e qui, di fatto, il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera…Osservatela in alto, e guardate questo spettacolo…noi chiudiamo una grande giornata di pace…Sì, di pace: Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà.
Se domandassi, se potessi chiedere ora a ciascuno: voi da che parte venite? I figli di Roma, che sono qui specialmente rappresentati, risponderebbero: ah, noi siamo i figli più vicini, e voi siete il nostro vescovo. Ebbene, figlioli di Roma, voi sentite veramente di rappresentare la Roma caput mundi, la capitale del mondo, così come per disegno della Provvidenza è stata chiamata ad essere attraverso i secoli.
La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore…Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro; cogliere quello che ci unisce, lascia da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un pò in difficoltà. Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: «Questa è la carezza del Papa».Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e dell’amarezza…E poi tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino.
Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo l’augurio della buona notte.
L’ha ribloggato su My little poetry di Crescenza Caradonna.
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