I più deboli: gli ammalati
Gli ammalati che nei loro letti sono lì immobili senza la possibilità di poter fare le più semplici cose che a noi sembrano normali,gli ammalati che dipendono da un sorriso o da un gesto che gli porti il sole nei sofferenti giorni di degenza, gli ammalati che, giovani, vecchi o bambini, guardano al futuro come speranza d’un piccolo barlume di vita, a loro dedico oggi il mio pensiero ricordando che la sofferenza non ha età e stato, non ha colore nè nazionalità ma ha solo i colori dei cuori puri d’animo, quei colori che li avvicinano più degli altri a Dio.
Vedo un angelo
Occhi negli occhi
mani nelle mani
cuori nei cuori
l’anima mia trafitta dal dolore
si nutre degli angeli senza nomeogni giorno
ora dopo ora
minuto dopo minuto
gli angeli ora si chiamano ammalati
vedo gli angeli
nei loro fragili corpi
li accarezzo li dono un sorrisos’apre il cielo
in un arcobaleno
d’un dolce sentir d’amore.@di
Crescenza Caradonna
L’ha ribloggato su BLOG DI CRONACA.
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